CAMPANIA AFFITTI D’ORO

Il consiglio regionale della Campania di nuovo nella bufera
Ai domiciliari il consigliere Pd Roberto Conte

Analogo provvedimento per l’ex potente funzionario della Regione, Lucio Multari, e per gli imprenditori della security, Buglione

NAPOLI, 20 febbraio 2008 *

Una nuova bufera sul Consiglio regionale della Campania. Sei arresti, tutti ai domiciliari, con l’accusa di corruzione. Tra loro c’è il consigliere regionale del Pd, Roberto Conte (ora sospeso dagli incarichi di partito), 44 anni, esponente della corrente rutelliana dei «Riformisti coraggiosi», l’ex potentissimo capo dell’ufficio amministrazione e personale della Regione, Lucio Multari, e i fratelli Buglione, imprenditori nel settore della security.

GLI ARRESTI – Le sei persone arrestate dalle Fiamme Gialle sono, oltre Conte e Multari, il commercialista Giuseppe Ranieri, il medico Emanuele Cameli e appunto i fratelli imprenditori Carmine e Antonio Buglione. Le indagini condotte dalla Procura di Napoli hanno accertato che il consigliere regionale propose nel 2005 di trovare alcuni locali dove collocare uffici del consiglio regionale. Nel frattempo, e prima che iniziassero le procedure di valutazione delle offerte da parte dell’allora dirigente reponsabile del settore amministrazione, Multari, Conte costituì, insieme con gli imprenditori Antonio e Carmine Buglione, la società «Europa Immobiliare srl»: nella società il consigliere non appariva ma aveva inserito come prestanome una casalinga nullatenente. Attraverso numerose irregolarità procedurali, l’ex dirigente Multari – secondo l’accusa – fece in modo da far prevalere l’offerta della società in cui era inserito Conte ed insieme con lui predispose il contratto di locazione nell’ambito del quale si prevedeva, oltre ad un canone di circa 500 mila euro l’anno, una clausola che poneva a carico del Consiglio regionale una serie di spese accessorie quali vigilanza, portierato, pulizia, disinfestazione affidati, senza alcuna gara, in global service al «Consorzio C.e.s.a s.c.a.r.l». che fa capo sempre ai Buglione. In questo modo, hanno sottolineato gli inquirenti, il consigliere regionale ha percepito «vantaggi economici rilevantissimi». Il tutto per dei locali, collocati al Centro direzionale e in via Santa Maria del Pianto, che non sono mai stati utilizzati.

IL CONSIGLIERE «CORAGGIOSO» – Conte, consigliere Pd, era stato indagato il 28 gennaio scorso nell’inchiesta che aveva portato all’arresto di sei esponenti del clan camorristico Misso. Il politico avrebbe ottenuto l’appoggio, anche economico, della malavita della Sanità durante la campagna elettorale del 2001 in cambio di promesse di assunzioni e di appalti per la realizzazione di opere pubbliche e di gare per la fornitura di servizi presso strutture pubbliche. Conte fu, in quell’occasione, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Poco prima, alla fine del mese di dicembre, Conte fu coinvolto in un’ulteriore indagine, condotta sempre dalla procura della Repubblica partenopea, su presunti appalti truccati nel settore degli impianti tecnologici per la Regione Campania, degli estintori e del centro stampa per il Comune di Napoli.

L’EX POTENTE FUNZIONARIO – Un altro degli arresti «eccellenti» è quello di Lucio Multari ex potente dirigente del settore Amministrazione, Contabilità e Gestione del personale del Consiglio regionale, licenziato a fine 2006 «per giusta causa» . La lettera di chiusura del rapporto, davvero clamorosa, firmata dall’attuale segretario generale Roberto De Liso conteneva 12 pagine di durissime accuse. Al dirigente regionale venivano mosse contestazioni pesanti. Sull’operato di Multari c’era, peraltro, già stata una sentenza della Corte dei Conti d’Appello, pubblicata il 28 gennaio 2005, che confermava una condanna «per responsabilità amministrativa gravemente dolosa, consistita nell’aver causato alla Regione un danno di 150 mila euro». Secondo i giudici amministrativi il dirigente regionale avrebbe «inquadrato» prima nella carriera direttiva e poi in quella dirigenziale del Consiglio un «operaio a giornata». Ma questa era solo la prima delle tante contestazioni mosse a Multari. La più eclatante riguardava un pagamento di 40 mila euro e l’impegno di spesa e liquidazione di 1 milione e 188 mila euro prelevati da un «capitolo di spesa inesistente» , il «7000 RP 2004». Nell’ottobre del 2005 emergeva poi che la ditta appaltatrice del facchinaggio e pulizia degli edifici del Consiglio non aveva presentato il certificato antimafia. Qualche mese dopo il prefetto di Napoli, con nota riservata, informava la Regione che « sussistono tentativi di infiltrazione camorristica » nella ditta in questione.

I FRATELLI BUGLIONE – «Ne hanno fatta di strada i fratelli Buglione di Saviano», scriveva il settimanale «L’Espresso» alla fine del 2006. Da piccoli raccomandati di provincia a massimi esperti di sicurezza, micro e macrocriminalità. Con la loro rete di agenzie di polizia, proteggono infatti un terzo di Napoli. Sono tanto stimati che, grazie a una gara d’appalto del 2005, i loro vigilantes sono diventati la guardia privata della Regione Campania. Così ha deliberato una commissione della giunta di Antonio Bassolino quando ha dovuto stabilire chi doveva presidiare gli uffici e le sedi del Consiglio regionale. L’annuncio sul Bollettino ufficiale regionale era tanto stringato che solo gli addetti ai lavori se ne sono accorti. Cinque righe per un contratto da 4 milioni e mezzo di euro. Difendere la Regione a Napoli è come difendere il governatore e i suoi amministratori dalla camorra. Un biglietto da visita di cui vantarsi.

IL PROCURATORE – Niente più mazzette, tangenti, niente più buste e valigie piene di soldi: la corruzione segue altre tecniche che chiamano in causa società occulte tra esponenti della politica, imprenditori e burocrati. È lo scenario tratteggiato dal procuratore Giovandomenico Lepore. «Oggi a Napoli esiste un sistema ben più sofisticato per stipulare accordi tra pubblici ufficiali e imprenditori – ha spiegato Lepore – non vi è più il classico pagamento delle “mazzette” ma, in vista di iniziative determinate o dallo stanziamento di fondi pubblici o dalla rappresentazione, più o meno artificiosa, di esigenze di pubblico interesse, si vengono a costituire società occulte». Di sicuro, ripete più volte Lepore, «la corruzione sta aumentando sempre di più». «Il lavoro è tanto, così tanto che sto pensando di rafforzare, dal punto di vista dei magistrati, la sezione della pubblica amministrazione – ha spiegato – quando, come spero, verrà ricoperto tutto l’organico, vorrei rivedere la situazione perché purtroppo il lavoro è tanto la corruzione si diffonde sempre di più, dai più bassi al più alti strati».

CAMPANIA AFFITTI D’OROultima modifica: 2008-02-02T18:20:00+01:00da ggiurata
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