PADOVA: LA PREFETTURA CONTRO LE RONDE

fb3d0c8e47f7e0acc89e33ffaf46610a.jpgRonde con vigilantes: la prefettura diffida

(e.m.)

Esplicito richiamo agli istituti privati «Il personale armato rispetti la legge»
In passato anche dalla questura un altolà alle manifestazioni promosse dai commercianti

La prefettura ha esplicitamente diffidato gli istituti di vigilanza privati. Niente «ronde armate» in città. Nessun controllo del territorio. Nessun “appalto” della sicurezza. Il personale armato deve strettamente attenersi alla legge. Come pure rispettare senza eccezioni i limiti che definiscono le competenze della vigilanza privata. Insomma, a Padova non c’è margine di manovra per iniziative che sconfinerebbero nel terreno delle forze dell’ordine. Una chiara, precisa, netta diffida. Il prefetto Michele Lepri Gallerano ha chiesto una risposta scritta, ventilando altrimenti l’ipotesi che la questura ritiri la licenza.
Precedente. Risale al 17 aprile scorso, giorno del debutto dei «comitati di pattuglia». Commercianti e residenti hanno assoldato due guardie armate per presidiare le zone degradate. Un’idea di Massimiliano Pellizzari, presidente della Comres. Una specie di corteo con in testa un paio di vigilanti della Civis. Da piazza Mazzini a piazzetta Conciapelli fino a piazza De Gasperi e la stazione.
Tariffe. Con 20-30 euro all’ora, i vigilantes sono a disposizione. Vale per la security degli spritz in ghetto e nelle piazze, ma anche per chi cerca protezione per condomini, uffici e negozi. La sicurezza come business, nel senso che degrado e paura allargano il mercato degli istituti privati di vigilanza. Tant’è che in questi giorni si stava mettendo a punto un’iniziativa in grande stile. La prefettura è intervenuta a “stoppare” preventivamente la «concorrenza sul campo» alle forze dell’ordine.
Politica. Domenico Menorello (Forza Italia) aveva lanciato la proposta di detrarre dall’Ici la “vigilanza condominiale” affidata agli istituti privati.
Marco Carrai, assessore alla Polizia municipale, ha più volte precisato: «I vigilantes non possono avere funzioni di polizia. Possono essere messi solo a tutela di beni. In pratica, in caso di reato sono chiamati a intervenire, ma senza poter usare le armi come le forze dell’ordine».
I leghisti hanno rivendicato e praticato le ronde anti-crimine, specialmente nei quartieri più degradati, spesso a fianco di esponenti di Alleanza nazionale. Il Partito Democratico, invece, ha sposato fino in fondo la «linea» del sindaco Flavio Zanonato: colpi di ordinanze e patto di Parma con i colleghi delle città del centro nord.
Scintille. E non è la prima volta che il ComRes sperimenta le difficoltà di mettere in pratica i proclami. Commercianti e residenti del centro, qualche mese fa, erano stati convocati in questura proprio per rispolverare normative, leggi e regolamenti. Del resto, il debutto “su piazza” del comitato che fa capo a Massimiliano Pellizzari era clamorosamente saltato. Non arrivò l’autorizzazione alla manifestazione sulla sicurezza in pieno centro.
Adesso si replica, ma con la prefettura che è l’organo che rappresenta il governo in città. La diffida agli istituti di vigilanza privati “disarma” letteralmente il ComRes.
Un caso? Fino a ieri sera, il caso era circoscritto alla presa d’atto della diffida. Tutti a studiare con attenzione gli aspetti giuridici. I vigilantes, però, sono soprattutto preoccupati di non mettere a repentaglio la licenza. E nessuno vuole arrivare ad un muro contro muro con le istituzioni.
Il «caso Padova», tuttavia, è già stato portato all’attenzione dei parlamentari eletti dal centrodestra padovano. In particolare, Massimo Bitonci: il sindaco leghista di Cittadella ha scritto (a quattro mani con il neo-ministro degli interni Roberto Maroni) il programma di governo sulla sicurezza nelle città.

(13 maggio 2008)
PADOVA: LA PREFETTURA CONTRO LE RONDEultima modifica: 2008-05-14T09:50:00+02:00da ggiurata
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