- SCUOLA & GIOVANI
Studio dalla Banca d’Italia sui divari territoriali e familiari
I ragazzi di provenienza socio-economica svantaggiata sono meno bravi
Bankitalia: “Soprattutto al Sud
la scuola discrimina i poveri”
Le differenze si attenuerebbero alla media superiore
ma i più abbienti sono portati a scegliere gli istituti migliori
di ROSARIA AMATO
Dall’analisi incrociata delle rilevazioni, spiega Montanaro, del Nucleo per la ricerca economica della sede di Ancona della Banca d’Italia, emerge che “il livello di proficiency nel Mezzogiorno è significativamente più basso rispetto agli standard internazionali e a quelli delle regioni settentrionali, in tutti gli ambiti di valutazione considerati (comprensione del testo, matematica, scienze, problem solving), “il grado di dispersione dei punteggi è più elevato al Sud” (cioè al Sud sono molto significative le differenze), “i divari territoriali tendono a crescere durante il percorso scolastico”.
Un quadro desolante, nel quale incide pesantemente la situazione economica delle famiglie. “E’ ampiamente riconosciuto – si legge nello studio – che le differenti condizioni sociali e culturali, già a partire dall’età prescolare, influiscono in maniera decisiva sulle abilità cognitive, sulla capacità di esprimere se stessa, di percepire i colori, di comprendere spazi e forme, di rappresentare fenomeni di natura quantitativa”.
Andando però più avanti negli studi, pesa invece soprattutto la scelta del tipo di scuola. Tutte le indagini dimostrano che sono più elevati i rendimenti degli studenti dei licei, anche se “non è chiaro se essere iscritti a un liceo o frequentare comunque una buona scuola effettivamente determini, in maniera diretta, una migliore performance scolastica, o se al contrario questa sia una semplice correlazione spuria, dovuta al fatto che gli studenti migliori tendono, per varie ragioni, a frequentare le scuole migliori, soprattutto se si tratta di licei”.
Ma per gli studenti adolescenti la provenienza familiare pesa a quel punto nella scelta della scuola: “In base ai dati Pisa 2003, la probabilità di uno studente appartenente alla classe sociale più elevata di essere iscritto a un liceo è sette volte più alta di quella di uno studente con le più sfavorevoli condizioni familiari. Tali evidenze sono ricorrenti in tutte le aree geografiche”.
In altre parole, quando uno studente proveniente da una famiglia povera potrebbe finalmente lasciarsi alle spalle lo svantaggio che gli deriva dalle condizioni sociali, scegliendo un liceo, invece viene spinto a scegliere una scuola professionale, perpetuando così il suo deficit di apprendimento.
(10 giugno 2008)