LA CAMORRA NELLE ASL

I miliardi gestiti dalle ASL sono appetiti dalla camorra, ovvio. L’ASL NA 4, addirittura, è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche. Gli amministratori, invece, ne sono usciti lindi e pinti…
dicamorra.jpg Amato Lamberti

Il “forziere” della camorra, in Campania, oltre ai Comuni, sono le ASL. Finora ne è stata sciolta, con decreto del Presidente della Repubblica, per pesanti e continuate infiltrazioni camorriste, solo una, caso unico in Italia, la ASL NA 4 con sede direzionale in Pomigliano d’Arco, ma che serve la popolazione di 35 Comuni compresi nell’area nolana, nell’area vesuviana e nell’area acerrano-pomiglianese, con un bacino d’utenza di circa 500.000 abitanti.

Si tratta di un territorio, come ampiamente esposto nella relazione ispettiva e documentato in numerosi atti giudiziari, caratterizzato dalla presenza di potenti clan camorristici dediti al controllo delle attività imprenditoriali e, soprattutto, alla gestione delle risorse pubbliche attraverso una vera e propria occupazione delle Amministrazioni locali, dal livello impiegatizio a quello dirigenziale, soprattutto per quanto riguarda gli Uffici Tecnici, fino al livello politico e amministrativo, attraverso pesanti condizionamenti dell’elettorato e dei Partiti politici. Nel territorio di competenza della ASL NA 4, sono stati sciolti, qualcuno più volte, per esteso e diffuso condizionamento da parte delle organizzazioni criminali, i Comuni: di Acerra, Pomigliano d’Arco, Nola, Volla, Ottaviano, San Gennaro Vesuviano, San Paolo Belsito, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Poggiomarino, Casamarciano, Liveri.

Dodici Comuni, praticamente i più importanti, che gestiscono complessivamente qualche miliardo di euro in appalti esterni e spese di funzionamento ordinario, oltre a migliaia di dipendenti, incarichi e consulenze. Anche la ASL NA 4 gestisce appalti edilizi e di servizio per qualche miliardo di euro, oltre a migliaia di dipendenti, incarichi e consulenze.
“Gli elementi riscontrati in sede di accesso –recita il decreto di scioglimento- evidenziano la persistente capacità della criminalità organizzata di tessere rapporti in settori vitali della società civile, per distrarre a proprio profitto, anche per il tramite di ditte concessionarie degli appalti, ingenti somme destinate ad interventi di pubblica utilità”.

Per fare solo alcuni esempi, la commissione accerta che: il servizio “centro unico di prenotazione” è, in maniera continuativa, affidato ad una cooperativa tra i cui componenti figurano soggetti collegati a clan criminali; il servizio di pulizia degli immobili della ASL è affidato ad una ditta, la Gesap, che fa capo alla famiglia Napolitano, di cui è stata accertata la contiguità con il clan Alfieri; l’affidamento dei servizi informatizzati, disposto a trattativa privata limitata a due cooperative, alla Easy Service, tra i cui soci risultano Lucio D’Avino, Vincenzo Filosa e la nipote di “Dominic”, alias Domenico Cennamo, tutti collegati ai clan camorristici D’Avino, Cennamo e Alfieri; l’affidamento del servizio di trasporto dei rifiuti ospedalieri ad una ditta, Langella di Cercola, il cui amministratore unico è gravato da numerosi precedenti penali per reati contro l’ambiente e viene ritenuto contiguo a un clan criminale.

La ditta che si è aggiudicata la gara per la fornitura dei pasti, la “All Service” di Arzano, era gravata da interdittiva antimafia, come pure quella successivamente subentrata, la M&C; gli appalti di manutenzione ordinaria e straordinaria sono generalmente affidati direttamente, senza gara, anche per importi di notevole entità, in deroga ad ogni disposizione in materia di appalti pubblici. Praticamente, come si può ben vedere, tutte le attività economiche dell’Ente sono gestite dalla camorra. E per stare, evidentemente, più tranquilli, gli amministratori hanno pensato bene di affidare anche la sorveglianza alla camorra: l’istituto di vigilanza “Il Gatto” risulta, per i commissari, gestito da esponenti del clan Galasso; l’International Security Service e la sua costola l’Oplonti, di proprietà di persona inquisita per camorra e indicato da un pentito come vicino al clan Autorino.

Sugli amministratori le indagini non sono mai andate avanti nonostante che la commissione di accesso, utilizzando anche rapporti dei carabinieri, avesse individuato contiguità e parentele con esponenti di primo piano dei clan criminali. Molti dirigenti e funzionari risultano, inoltre, proprietari di case di cura private, sovvenzionate senza controlli da parte della stessa ASL, delle quali sono azionisti, quando non proprietari occulti gli stessi capi dei clan malavitosi. Ma l’ASL NA 4 non è un caso anomalo. Anche per l’ASL NA 5 era stato proposto l’avvio della procedura di scioglimento, ma le forze politiche interessate hanno fatto muro e hanno ottenuto che non si avviasse il procedimento. La stessa ASL NA 1, la più grande e indebitata d’Italia, è finita più volte in indagini della magistratura per appalti a ditte collegate a clan criminali.

Ma la politica, e in particolare alcuni partiti, non hanno nessuna intenzione di fare chiarezza. Troppi gli interessi in gioco, troppe le complicità e le connivenze della politica con i clan criminali, che intanto continuano tranquillamente a mungere le vacche sacre delle risorse pubbliche che sono le ASL e i Comuni. Con buona pace dei cittadini chiamati a risanare la voragine del debito sanitario che intanto continua ad ingrassare i clan criminali e i loro sodali, politici e amministratori pubblici.

Autore: prof. Amato Lamberti – fonte : il mediano.it
LA CAMORRA NELLE ASLultima modifica: 2009-02-04T21:58:11+01:00da ggiurata
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