Estorsione alla Etitalia “Sconto” per i sindacalisti

Ronca, Masi e Tortora vanno all’abbreviato e potranno avere la riduzione di pena Udienza fissata a giugno, gli imputati offrono il risarcimento delle “mazzette”

Estorsione alla Etitalia “Sconto” per i sindacalisti

Rito abbreviato per i tre sindacalisti arrestati lo scorso ottobre con l’accusa di estorsione aggravata a un imprenditore di Buccino. Antonio Masi, Pasquale Tortora, e Mario Ronca (i primi due della Uilcom, il terzo della Slc Cgil) compariranno davanti al giudice dell’udienza preliminare a fine giugno, chiedendo la riduzione di pena prevista dal rito alternativo e portando a loro favore l’offerta di risarcimento del danno già formalizzata all’imprenditore. I difensori (Paolo Carbone, Giuseppe Petrosinoe Lucio Basco) hanno scelto di evitare il dibattimento e di definire il procedimento allo stato degli atti, anche perché i tre hanno già ammesso le proprie responsabilità e gli elementi di prova sono così schiaccianti che il sostituto procuratore Elena Guarino aveva ottenuto l’avvio di un processo con giudizio immediato, senza passare per il vaglio dell’udienza preliminare. Ronca e Masi, entrambi di Nocera Superiore, furono arrestati in flagrante nei pressi dei vecchi caselli autostradali di Salerno, dopo avere incassato dal titolare della Etitalia una tangente che doveva servire, ancora una volta, a garantire all’interno dell’azienda la pace sindacale. Tortora, residente a Pompei, non si era recato all’appuntamento a causa di un guasto all’auto, ma a inchiodarlo c’erano le intercettazioni telefoniche attivate subito dopo la denuncia dell’imprenditore, e i carabinieri lo fermarono poco dopo.

«Abbiamo preso soldi garantendo in cambio che non ci sarebbero stati scioperi» confessarono poche ore dopo al giudice delle indagini preliminari Donatella Mancini, che convertì in carcere in arresti domiciliari. Ora sono in libertà e i loro legali hanno incaricato l’ufficiale giudiziario di notificare all’imprenditore un’offerta reale per il risarcimento del danno. L’importo delle “mazzette” si aggira sugli 8mila euro. Il primo pagamento risale al 31 maggio del 2013, quando i tre sindacalisti ottennero 5mila euro in cambio dell’impegno a mantenere la calma tra i lavoratori in cassa integrazione. A fine agosto il secondo episodio, con la consegna di 3mila euro (mille ciascuno) per il consenso al rinnovo degli ammortizzatori sociali nell’azienda, che produce etichette e stampati. Il pagamento della prima tranche avvenne nei pressi di un casello autostradale, l’altra metà fu versata in ditta, al termine di un’assemblea del personale in cui i tre rappresentanti evitarono la proclamazione di scioperi. L’ultima richiesta di soldi, quella che ha portato agli arresti, risale agli inizi di ottobre. I sindacalisti tornarono a battere cassa per non ostacolare il fitto di un ramo d’azienda deciso dalla proprietà: «Facci un bel regalo, come l’altra volta, e problemi non ce ne stanno» il tenore delle richieste. Ma stavolta l’imprenditore decise di denunciare, la Procura ottenne il via libera alle intercettazioni e, al momento della consegna dei soldi, intervennero i carabinieri.

Subito dopo gli arresti scattarono anche le espulsioni dai rispettivi sindacati e un coro di indignazione che dovrebbe tradursi adesso nella costituzione di parte civile nel giudizio abbreviato. Così annunciarono, a caldo, si ai vertici della Cgil che quelli della Uil, spiegando di voler chiedere ai tre sindacalisti “infedeli” il risarcimento del danno d’immagine arrecato alle organizzazioni sindacali.

fonte: http://lacittadisalerno.gelocal.it/

Estorsione alla Etitalia “Sconto” per i sindacalistiultima modifica: 2014-07-02T16:24:31+02:00da ggiurata
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