VIGILANZA PRIVATA: CORTE UE CONDANNA L’ITALIA. TROPPI OSTACOLI PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE |
martedì, 08 aprile 2008 17:13 | |
Importanti novità sul fronte della “vigilanza privata” che da anni oramai aspetta una revisione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (datato 1931) per modernizzare l’intero settore. Con la sentenza del 13 dicembre 2007 della Corte di Giustizia della Comunità Europea (Causa C 465/05), il giudice ha stabilito che alcune norme del Testo Unico e quelle corrispondenti del relativo Regolamento di esecuzione contrastano con i principi comunitari sulla libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi (artt. 43 e 49 del Trattato istitutivo della Comunità Europea). In pratica, secondo la Corte, l’Italia richiede una serie di requisiti per l’attività di vigilanza privata, tali da porre degli ostacoli ingiustificati all’esercizio della professione. A questo punto, il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza dovrà necessariamente uniformarsi alla decisione del giudice comunitario. Ecco i punti in contrasto con gli artt. 43 e 49 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, contenuti nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza:
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