CISL NON PAGA I SUOI DIPENDENTI DA 8 MESI

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Noi UNAL facciamo sentire la nostra voce, schierandoci dalla parte del lavoro.”
Un lavoratore, da solo, difficilmente riesce ad ottenere miglioramenti salariali e normativi.
Per questo, fin dal secolo scorso, i lavoratori hanno cominciato ad unirsi, organizzandosi in sindacati, per cercare di migliorare le proprie condizioni lavorative e più in generale le proprie condizioni di vita.
L’accezione comune designa col termine “sindacato” un organismo che riunisce una determinata categoria di lavoratori con lo scopo di difenderne gli interessi. In realtà il termine definisce un organismo che rappresenta in generale le categorie produttive, siano esse costituite da lavoratori che da datori di lavoro.
L’articolo 39 della Costituzione italiana recita: “L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione“.
Il 1° comma, che sancisce il principio di libertà di organizzazione sindacale, grazie alla normativa successiva (legge 300 del 30.5.70, Statuto dei Lavoratori, titoli I e III) ha trovato ampio sviluppo diversamente dai commi successivi che sono rimasti nelle intenzioni dei padri costituenti. Infatti per la costituzione di organizzazioni sindacali a tutt’oggi non è prevista registrazione né acquisizione di personalità giuridica.
La Federazione CGIL, CISL, UIL fu l’unione paritetica fra i tre sindacati confederali italiani CGIL CISL e UIL, nata il 3 luglio 1972. Fu la prima volta dalla scissione della CGIL Unitaria che le tre confederazioni ritrovarono ufficialmente l’unità agendo come un corpo unico. La nascita della federazione fu il frutto delle spinte dei lavoratori fin dai primi anni sessanta verso l’unità sindacale.
Ma oggi cosa sta succedendo alla Federazione CGIL, CISL, UIL ?

Sebbene si tratti per ora solo di una proposta inviata al governo i suoi frutti amari saranno molto più veloci: <La cancellazione della mobilità e la riduzione complessiva del sistema di protezione rappresentato dagli ammortizzatori ,  un disegno complessivo di progressiva demolizione del sistema sociale italiano che punta a addossare i costi delle ristrutturazioni aziendali a lavoratori e imprese.>

Negli ultimi anni, Cgil Cisl Uil e imprese assumono lo stesso punto di vista sulla presunta oggettività delle ristrutturazioni, sulla gestione degli esuberi, sul trattamento economico da riservare alla cacciata di ogni singolo lavoratore.
Con la cosiddetta “Offerta conciliativa” ,espressione tecnica per indicare la proposta economica e formativa per indurre ad accettare il licenziamento e conseguente chiusura tombale del rapporto di lavoro. Così Cgil Cisl Uil consegnano i lavoratori considerati in esubero nelle mani dell’impresa. In questo modo si autorizzano e si incentivano i padroni a licenziare, infatti non solo potranno beneficiare di una certezza dei costi dell’operazione ma hanno cosi la garanzia di una condivisione sindacale definita centralmente e che non può essere messa in discussione azienda per azienda dalle categorie di Cgil Cisl Uil.

Ed oggi sentiamo dire che la  CISL non paga i suoi dipendenti da 8 mesi,

ma il sindacato non dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori ancor più dei loro Iscritti e dipendenti?

Questo è un servizio della Gabbia sui Sindacati in Italia ed il protezionismo di cui godono alla faccia dei lavoratori che dovrebbero difendere.

Ma cosa aspettate a cancellarvi in massa!

FESICA COPIA DAI SITI UNAL, SPACCIANDOLI COME PROPRI – da noi pubblicato in data 16 luglio

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UNAL        

Fesica copia dai siti Unal non citando la fonte e lo fa passare per suo, che delusione!
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Fesica copia dai siti Unal non citando la fonte e lo fa passare per suo, che delusione!

Fonte;https://unalsardegna.wordpress.com/2016/10/20/fesica-copia-dai-siti-unal-spacciandoli-come-propri/

Questo è il post pubblicato da Unal in data 16 luglio 2016 e copiato e pubblicato in data 16 agosto da FESICA  https://fesicasegreterianazionaleguardiegiurate.wordpress.com/2016/08/16/rappresentativita-ed-annessi/

 

Ma la vita da Guardia Giurata è tanto dura?

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All’inizio pensi che  lavorando come guardia giurata, o più specificatamente Metronotte, avresti  del tempo da dedicare alla famiglia, alle relazioni sociali, ai tuoi hobby, allo sport e a tanto altro!

Se capiti in un’azienda seria ti pagano puntualmente , hai anche la 13a e 14a,  dovresti avere le ferie e i riposi. La verità è che non  le danno mai quando ti servono. Devi mettere anche in conto le ore regalate e sperare comunque che non ti “sbattano” da una parte all’altra della  città in cui lavori .-  Il lavoro può essere notturno, diurno o misto. Puoi lavorare 2 -3 notti di seguito e difficilmente hai il giorno libero o  magari  smonti alle 5 e sei smontante libero ovvero dormi almeno fino alle 12: mangi,  ti ricorichi ancora un po’ e sono le 7 di sera (di giorno il riposo non e’ come quello notturno “col silenzio”),  una giornata bruciata sia per te che per la tua  famiglia, poi di nuovo al lavoro, fare  le attività di controllo dei clienti ad ogni ora o correndo da un capo all’altro della città e oltre al normale giro hai anche gli allarmi che ti suonano, magari son falsi allarmi, lavori da solo,  mai due guardie giurate in servizio assieme. Poi magari ti spezzano il meritato riposo con servizi aggiuntivi, sottopagati naturalmente .

E’  una vitaccia!  All’inizio va’ pure bene si riesce a conciliare famiglia amicizie , hobby ma col passare degli anni tutto perde valore quel che conta e’ il riposo, solo il tuo riposo. Non ci sono sabati o domeniche , natale o pasqua , capodanno o feste e matrimoni e’ rarissimo essere libero per uno di questi eventi , e tu sei un lupo solitario e la tua famiglia gira intorno a te . Se sei sposato tua moglie è  una vedova bianca. A lei vanno tutte le incombenze:   ha un marito che non  vede mai , lei si occupa della casa , figli , spesa, pranzo e cena pulizie , stirare lavare, cucinare , colloqui , dottore , relazioni sociali con le famiglie compresa la tua e che sente periodicamente al telefono, anche stando  nella stessa città !!  Quando sei veramente “fortunato” ti lasciano libero per una vigilia, la trascorri in famiglia , però sei stanco e la vuoi trascorrere da solo con la tua famiglia,  con i figli . E’ una vitaccia sia per le guardie che per le famiglie , Così scopri che hai divorziato dalla tua Famiglia e che ti sei sposato il Datore di lavoro, così senza volere hai acceso la miccia ad una bomba che socia talvolta in gesti estremi!. A te le conclusioni.

Postato dal Segretario Regionale UNAL SARDEGNA Efisio Atzeni

L’UNAL invitata al Convegno di FederSicurezza – Giovedì 27 ottobre 2016 – ore 9.45

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Convegno FederSicurezza – Giovedì 27 ottobre 2016 – ore 9.45

Federazione Moda Italia Roma
 

Convegno FederSicurezza

“Tra riforme, mercato e rinnovo del contratto: Le aziende della vigilanza privata sotto la lente”

27 ottobre 2016 dalle ore 9.45

P.zza G.G. Belli, 2

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Cassazione, il datore di lavoro non può controllare i dipendenti con il Gps

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di                                                 mercoledì 5 ottobre 2016 – 17

Cassazione, il datore di lavoro non può controllare i dipendenti con il Gps

Il datore di lavoro non può utilizzare il Gps per controllare quello che fanno i dipendenti e se rispettano i compiti loro assegnati perché si tratta di un sistema di «controllo generalizzato che viene predisposto prima ancora dell’emergere di qualsiasi sospetto», dunque il datore non se ne può servire nemmeno nell’ambito dei cosiddetti «controlli difensivi» per verificare la violazione degli obblighi contrattuali. Lo sottolinea la Cassazione. Con la sentenza 19922 depositata dalla Sezione lavoro, la Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso della “Fidelitas spa“, grande agenzia di sorveglianza privata, contro la decisione con la quale la Corte di appello di Venezia nell’aprile 2015 aveva confermato la illegittimità del licenziamento di un vigilantes in attività a Rovigo che, in base alle rilevazioni del sistema Gps montato sul veicolo utilizzato per la “ronda” notturna, era risultato non aver effettuato tutte le ispezioni che aveva registrato nel rapporto di servizio.

Cassazione, bocciata la tesi della Fidelitas

In Cassazione i legali della “Fidelitas” hanno sostenuto che «sussistevano tutti gli elementi per ritenere il controllo attraverso il sistema satellitare Gps un controllo difensivo e cioè diretto ad accertare l’illiceità della condotta del lavoratore, la verifica del comportamenti “ex post”, a seguito di fondati sospetti, e la funzionalizzazione del controllo alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro come il patrimonio e l’immagine dell’azienda, ciò valeva anche per il sistema “patrol manager” che sostituiva il tradizionale bigliettino e serviva a verificare il corretto adempimento delle obbligazioni assunte dalla Fidelitas nei confronti dei clienti». La Suprema Corte – relatore Giuseppe Bronzini – ha respinto questa tesi «per tre concomitanti ragioni che esclusono che si possano ritenere legittimi i controlli effettuati». In primo luogo, gli ermellini rilevano che «il sistema di controllo attraverso gps installato sulle vetture in uso ai dipendenti è stato predisposto “ex ante” e in via generale ben prima che si potessero avere sospetti su una eventuale violazione da parte del lavoratore».

«È un sistema di controllo»

Il verdetto sottolinea che quello in questione è «un meccanismo generalizzato di controllo che unitamente al sistema “patrol manager” era in uso nell’azienda indipendentemente da sospetti o reclami dei clienti». I sindacati, ricorda la sentenza, avevano autorizzato questo sistema in accordo con la questura di Rovigo che lo aveva richiesto anche a tutela della incolumità dei vigilantes, «ma si era escluso che il sistema potesse essere utilizzato per controllare la loro attività lavorativa». In secondo luogo, i supremi giudici affermano che «se per l’esigenza di evitare attività illecite o per motivi organizzativi o produttivi, il datore può installare impianti o apparecchi di controllo che rilevino anche dati relativi alla attività lavorativa dei dipendenti», tali dati però, in applicazione delle garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori, «non possono essere utilizzati per provare l’inadempimento contrattuale dei lavoratori medesimi».

fonte.http://www.secoloditalia.it/