LAVORO USURANTE

Sicurezza e lavori usuranti / Governo vicino al traguardo

 

Due buone notizie

di Paolo Andruccioli

Fine legislatura positiva per le leggi sul lavoro. Per il rotto della cuffia, o – come si dice in gergo – in zona cesarini, sono passati all’esame del Consiglio dei ministri alcuni provvedimenti che erano in lavorazione da mesi e che soprattutto erano attesi da anni. E ora siamo ai passaggi finali, almeno per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, mentre per il decreto legislativo sui lavori usuranti ci sarà da aspettare maggio. Per quanto riguarda quest’ultimo provvedimento, il Consiglio dei ministri ha dato via libera il 19 marzo. Si tratta di un testo attuativo del Protocollo del welfare che riguarda il pensionamento anticipato dei lavoratori che svolgono attività usuranti. Come per il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza (che ha completato il quadro del nuovo Testo Unico) anche per i lavori usuranti, per arrivare all’approvazione definitiva, si dovrà passare per la Conferenza Stato-regioni e per il vaglio delle commissioni parlamentari. L’auspicio, a questo punto, è che si faccia presto.

Per quanto riguarda invece le norme sulla sicurezza sul lavoro, siamo ormai molto avanti nel processo. Il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri è infatti già passato al vaglio della Conferenza delle Regioni (dove solo il Veneto ha avanzato delle obiezioni) e delle rispettive commissioni parlamentari. Manca ora solo l’ultimo atto: il varo definitivo del Consiglio dei ministri che dovrebbe essere fissato per i primissimi giorni di aprile, il primo o il 2. Si tratterà di vedere se il governo vorrà recepire alcune delle indicazioni emerse nel corso dei dibatti in Conferenza Regioni e nelle commissioni per correggere il testo, oppure, come è più probabile, vararlo definitivamente senza alcuna modifica. In ogni caso, siamo finalmente al traguardo.

Il varo del provvedimento sui lavori usuranti, in attuazione del Protocollo sul Welfare siglato nel 2007, non è stato affatto semplice. C’era da affrontare e superare molti ostacoli. Prima di tutto lo scontro politico si è sviluppato sulla definizione stessa di lavoro usurante. ”Il punto fondamentale – ha spiegato dopo l’approvazione il ministro Santagata – era la definizione del lavoro a turni. E’ stata fatta una definizione anche quantitativa del lavoro a turni che riguarda il lavoro notturno ed il legame delle notti lavorate e della intensità dei turni con la possibilità di andare prima in pensione”. Alla fine ci si è accordati sulla definizione e sul costo complessivo, che secondo il ministro del lavoro Cesare Damiano si aggirerà su 2,5 miliardi in dieci anni. Il tetto dei 5 mila lavoratori che beneficeranno dell’anticipo è stato abolito. “La cifra esatta – ha precisato Damiano – la sapremo però solo quando il decreto avrà completato l’iter parlamentare”. Le stime, al momento, sono di 6500 lavoratori per il primo anno; cifra che dovrebbe salire a 8 mila persone nel 2013, ossia quando scadrà la vigenza del provvedimento.

Come è noto il decreto stabilisce il diritto all’anticipo di tre anni per l’età o di quota pari a tre, per i lavoratori impegnati in lavori notturni, un diritto che verrà scaglionato su tre fasce. E’ prevista la possibilità di andare in pensione un anno prima per coloro che lavorano fra 64 e 71 notti l’anno; due anni di anticipo per chi lavora fra le 72 e le 77 notti l’anno e tre anni di anticipo per chi lavora oltre 77 notti l’anno. La decorrenza sarà dal primo luglio 2009. Il beneficio interessa quattro categorie di lavoratori: lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti come da decreto Salvi; lavoratori notturni impegnati in lavori a turni, o per l’intero anno lavorativo; lavoratori addetti alle linee a catena; conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.

“E’ un atto importante – ha commentato la segretaria confederale, Morena Piccinini – si risponde così a un impegno preso con le parti sociali, con il Protocollo del 23 luglio, e si completano in questo modo le norme sul superamento dello scalone”. Secondo Morena Piccinini non si tratta però di una realizzazione di impresi presi. Quello che è più importante – insieme naturalmente al beneficio diretto che avranno i lavoratori coinvolti – è l’affermazione del principio secondo cui “i lavori non sono tutti uguali e che perciò risulta necessario riconoscere anticipi al pensionamento a coloro che svolgono mansioni particolarmente pesanti e gravose”. Piccinini auspica infine, a proposito dei tempi del provvedimento, “che la norma venga resa definitiva nei tempi previsti dalla delega, ossia entro il 31 marzo. Pertanto auspichiamo che le commissioni parlamentari procedano ad una rapida disamina del testo del decreto in modo che le norme previste possano diventare effettivamente esigibili dai lavoratori interessati”.

LAVORO USURANTEultima modifica: 2008-03-24T09:55:42+01:00da ggiurata
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