NAPOLI: PER L’APPALTO DELLA VIGILANZA, SCONTRO AL CONSIGLIO REGIONALE

ilmattino.gifPAOLO MAINIERO       Polemica sull’affidamento del servizio di vigilanza in consiglio regionale. La gara di appalto, anche se non si è proceduto all’assegnazione, è stata vinta da una società riconducibile a Carmine e Antonio Buglione, coinvolti poco più di un anno fa in una vicenda giudiziaria relativa al fitto di un immobile all’isola G5 del centro direzionale che portò all’arresto dei due fratelli e a quello del consigliere regionale Roberto Conte (attualmente sospeso per una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa) e dell’ex dirigente del Consiglio Lucio Multari. A sollevare il caso è Salvatore Ronghi (Mpa), vicepresidente del consiglio regionale, che ha chiesto chiarimenti al presidente Sandra Lonardo ricordandole che «quando scoppiò lo scandalo provvedemmo alla immediata revoca dell’appalto (del G5 sia per la vigilanza che per il fitto, ndr) anche perchè, nel frattempo, a Buglione la prefettura aveva negato il certificato antimafia». La gara per l’affidamento del servizio di vigilanza armata (un affare da quattro milioni di euro) fu indetta a marzo del 2008 ed è arrivata alla conclusione a luglio scorso. In testa alla graduatoria c’è il raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Mondial security e da International security service. Per l’assegnazione definitiva si attende che la prefettura rilasci l’informativa antimafia relativa alle due società. «L’amministratore delegato della Iss, quando fu indetta la gara, era uno dei fratelli Buglione. Poi è stato improvvisamente cambiato», denuncia Ronghi che ha scritto alla procura della Repubblica e al prefetto Pansa. Il vicepresidente del consiglio regionale chiede di tenere alta la guardia. «Sembra che nonostante gli arresti e le vicende giudiziarie di allora – sostiene Ronghi – a causa dei complessi meccanismi legislativi nel sistema degli appalti possano ritornare alla ribalta nei rapporti con il Consiglio proprio i protagonisti di quella vicenda». In particolare, il vicepresidente del Consiglio chiede a Lepore e Pansa di vigilare sul rischio che la collusione tra politica, affari e imprenditoria possa condizionare il sistema degli appalti. «Come è possibile – chiede Ronghi – che la legge che disciplina gli appalti possa consentire, semplicemente cambiando amministratori, a imprese rimaste coinvolte in vicende giudiziarie e destinatarie di provvedimenti di interdizione antimafia nel corso della gara di risultare aggiudicatarie del servizio?». La vicenda in cui furono coinvolti i Buglione e Roberto Conte risale a febbraio del 2008. Secondo l’accusa, il consigliere regionale costituì, insieme ai due fratelli, una società, l’Europa Immobiliare, per il fitto di un immobile all’isola G5 al centro direzionale dove sistemare alcuni uffici del consiglio regionale. Nel contratto di locazione formato dalla Europa Immobiliare c’era anche una clausola che imponeva a carico del consiglio regionale le spese accessorie (vigilanza, portierato, pulizia) affidate, senza gara, al consorzio Cesa, anch’esso riferito ai due fratelli.

NAPOLI: PER L’APPALTO DELLA VIGILANZA, SCONTRO AL CONSIGLIO REGIONALEultima modifica: 2009-08-07T15:52:10+02:00da ggiurata
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