martedì 26 febbraio 2008
Assalto portavalori:arrestati due del commando. Ancora sei in fuga col bottino.
fonte : prima di noi
CHIETI. Si chiamano Walter Fabbiani e Loris De Luca i due componenti arrestati della banda che ieri sera hanno assaltato un portavalori lungo l’A 14 in direzione sud, all’altezza di Lanciano.La polizia cerca gli altri sei: «sono veri professionisti». Un risultato che arriva pochissime ore dopo l’ennesimo colpo nella nostra regione.
La polizia di Chieti è riuscita già a fermare due componenti del gruppo. Recuperata anche una piccolissima parte del malloppo: circa 1.500 euro dei 670mila portati via.I due sono entrambi abruzzesi: De Luca ha 38 anni ed è di Villamagna, più anziano Fabiani: 58 anni di Pescara.I due erano rispettivamente complice e basista della banda che non è ancora stata fermata.I due dovranno rispondere di concorso in tentato omicidio, in rapina pluriaggravata e in detenzione e porto di armi clandestine e da guerra.Sono risultate veritiere, quindi, le testimonianze delle prime ore. Le vittime avevano infatti riferito agli inquirenti di aver sentito nitidamente accenti italiani: espressioni in abruzzese e pugliese. Così nei numerosi posti di blocco allestiti in tutta fretta il furgone sul quale viaggiavano. Alla vista degli agenti sono apparsi molto agitati ma evidentemente i particolari forniti dalle guardie giurate sono stati molto precisi così da individuare quasi con certezza i due componenti della banda. Altre conferme sono poi venute dalle successive perquisizioni. Probabilmente in pochi si aspettavano risultati del genere anche se parziali.Secondo gli inquirenti il ruolo di De Luca era quello di rimanere appostato sotto la carreggiata: il suo compito era quello di recuperare il denaro e le armi e portarle vie a bordo del furgone su cui è stato fermato, mentre Fabiani avrebbe messo a disposizione un capannone, che si trova a Villanova di Cepagatti (Pescara).Questo è considerato dagli agenti come una sorta di base operativa del gruppo: «si tratta di un capannone di proprietà di Fabiani in zona Villanova», ha raccontato Paolo Monnanni, dirigente della squadra mobile di Chieti, «dove probabilmente il gruppo si riuniva abitualmente e custodiva le proprie armi. All’interno abbiamo trovato un vero e proprio arsenale», ha spiegato ancora Monnanni, «più due kalashnikov, una pistola mitragliatrice, quattro pistole Beretta, due delle quali sottratte alle tre guardie giurate che si trovavano sul furgone, gran parte delle quali 7.62 esplose dai kalashnikov, una motosega circolare, un paio di scanner e radio per intercettare le frequenze delle forze dell’ordine». Insomma tutto il necessario per compiere assalti in piena regola.E adesso proprio i due arrestati potrebbero fare la differenza: se decidessero di parlare e di collaborare si potrebbe arrivare ad identificare anche gli altri criminali che mancano all’appello.Sarebbero in tutto ancora sei. Se optassero per il silenzio gli agenti dovrebbero fare in fretta per non dare troppo vantaggio a chi è fuggito con il malloppo ed ora potrebbe già essere molto lontano, magari all’estero.E su quale sia il destino di quel mezzo miliardo di euro, la polizia è certa: «verrà spartita, ma probabilmente verrà utilizzata anche per rifinanziarie operazioni come queste».Per munizioni, armi e attrezzi come quelli in dotazioni, infatti c’è bisogno di avere una buona liquidità a disposizione.Secondo la Polizia si tratta comunque di veri e propri professionisti, come lasciano ritenere non solo le modalità dell’assalto, ma anche le tecniche utilizzate per bloccare il traffico e rendere inaccessibile la zona dell’assalto.